Quanto gonfiare le gomme della bici?
Prima di parlare di numeri è opportuno valutare il tipo di gomma che si utilizza e verificare la pressione massima di gonfiaggio. Su tubolari e copertoncini questo valore è spesso scritto sulla gomma stessa, ma in caso contrario, si può chiedere al costruttore (le informazioni, ormai, sono anche sui rispettivi siti internet).
A influenzare la pressione di gonfiaggio di una gomma possono essere diversi fattori. Peso del ciclista e condizioni del fondo stradale sono i più importanti, c’è anche una buona dose di abitudine personale per cui non è raro trovare corridori dello stesso peso che preferiscono pressioni di gonfiaggio differenti.
Il valore di gonfiaggio massimo di ogni gomma è molto importante. Viene ricavato in base alle caratteristiche della gomma e della qualità della tela e della mescola della gomma stessa. Utilizzare una gomma al di sopra della sua pressione massima indicata è pericoloso perché le garanzie di tenuta vengono meno (la gomma perde in tenuta). Una gomma troppo gonfia infatti perde le caratteristiche di elasticità che le permettono di tenere la strada nel modo migliore.
COME REGOLARSI?
In linea di massima le pressioni di gonfiaggio variano tra sette e otto atmosfere, ma sempre più spesso ci sono coperture che possono sopportare anche le dieci atmosfere. La pressione maggiore è da riservare per ciclisti pesanti (sopra i 75 kg), ma conviene comunque fare un po’ di esperienza con la gomma per capire quale sia la pressione migliore per quel modello rapportato alle proprie caratteristiche. Con i cerchi ad alto profilo, vista la maggiore rigidità della ruota, una ruota non troppo gonfia corre più il rischio di incappare in forature.
D’altra parte una gomma troppo gonfia perde le caratteristiche ottimali che mostra alla giusta pressione. La pressione massima indicata è – appunto – quella limite. Troppi ciclisti, spesso, gonfiano le gomme a quella pressione nella convinzione di averne un vantaggio nelle prestazioni. Invece non c’è cosa più sbagliata. Anche se non si corre rischio di esplosione (la pressione massima è calcolata ben al di sotto del limite di sopportazione della gomma, poiché questo deve comprendere il peso del ciclista e le sollecitazioni normali e non che si incontreranno), si avrà una gomma troppo rigida (tanto più se non di alta gamma) che non sarà in grado di assorbire le vibrazioni e provocherà continui micro-saltellamenti sul fondo stradale con conseguente perdita di aderenza e spreco di energia. La scorrevolezza, quindi, ne risulterà penalizzata. Curioso che in questo errore spesso incorrano anche ciclisti di esperienza e meccanici professionisti.
Anche una gomma troppo sgonfia, però, è penalizzante. L’eccessiva deformazione che ne deriva provoca attriti che assorbono energia nella struttura interna, oltre che dare un’impronta al suolo non ottimale e scarsa aderenza.
Il giusto, insomma, è nel mezzo (ma almeno un punto sotto la pressione massima): nella pressione giusta che varia, appunto, per le caratteristiche della gomma e il peso del ciclista. Difficile, in ogni caso, trovare chi davvero possa aver bisogno di pressioni oltre le 8,5-9 atmosfere.
E SE PIOVE?
Cambiando le condizioni del fondo stradale è bene, ovviamente, anche impostare diversamente il tipo di guida. Essendo diversa la resa un accorgimento molto utile può essere sfruttare un po’ di più il battistrada in contatto col suolo scegliendo una pressione leggermente inferiore rispetto alla guida con asciutto. Si può decidere allora di ridurre la pressione di 0,5 atmosfere. Sgonfiare di più può essere controproducente, quanto meno occorre valutare il comportamento della gomma, poiché una gomma troppo sgonfia rischia di scivolare ancora di più.
Grazie per le info !